Royal Baby: quale nome?

C’è chi scommette su Alexandra. E chi invece punta tutto su Philip. Ma anche George, Elizabeth, Charles e Diana non sono da escludere. Prima ancora di venire al mondo – la nascita è attesa intorno al 13 luglio – il Royal Baby fa già parlare di sé. E, soprattutto, spinge gli inglesi a scommettere un sacco di quattrini.

Sarà maschio o femmina? Avrà i capelli biondi o rossi? Nascerà con un parto naturale o con il cesareo? Le chiacchiere sull’evento dell’anno non si fanno attendere e, ora che il lieto evento è alle porte, nemmeno i bookmakers. Tutto è quotato. A cominciare dal sesso. Se una femmina viene data come più probabile (impossibile dimenticare la gaffe di Kate che, lo scorso marzo, ricevendo un peluche tra la folla disse: “Grazie, lo prenderò per mia figlia“, lasciandosi sfuggire la “d” di daughter), il dubbio che il Royal Baby possa essere un maschietto c’è ancora. E anche sul nome il dibattito è acceso.

Fiocco rosa in arrivo? Alexandra sembra essere la scelta più probabile. Non è un caso: se tra i Reali non è un nome oggi molto comune, c’è da ricordare che la Regina Vittoria come primo nome aveva Alexandrina e il re Edoardo VII ebbe come consorte tale Alessandra di Danimarca. Non solo: la regina Elisabetta II avrebbe di che gongolare, dato che di secondo nome fa proprio Alexandra. E gioirebbe pure la Scozia, che annovera tre Alexander nell’albero genealogico dei suoi sovrani. Era il Medioevo, è vero, ma in un’epoca in cui la regione sta ragionando sulla propria indipendenza – il referendum avverrà nel 2014 – un legame simbolicamente più forte con l’Inghilterra non dispiacerebbe a Sua Maestà.

I bookmakers più romantici propendono per Diana. E se per alcuni l’omaggio alla “principessa del popolo“ sarà al massimo nel secondo nome, altri sperano che William faccia un regalo alla madre scomparsa dando agli inglesi un’altra Lady D. Altrettanto realistiche – a guardare la tradizione – le ipotesi di Elizabeth, Charlotte,  George e Philip, omaggio all’attuale principe consorte. Tra le opzioni, però, c’è un nome che non compare mai. Ed è quello che sceglierei io.

Foto: Olycom

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